Francesco Nardo
Alvin Kelby


A cura di Silvia Arosio

Francesco, raccontaci un po’ di te…
Di me? Diciamo che sono un pazzo/alieno/sognatore, sono un uomo fortunato, ho una famiglia super, una moglie splendida, faccio i lavori che adoro e mi piace sorridere.
Come hai scoperto questo spettacolo?
Sono una persona curiosa, e cerco sempre tra il web qualsiasi cosa mi sembri stuzzicante, anticonformista e bella, secondo i miei personalissimi parametri naturalmente; ho in cantiere altri progetti che vorrei realizzare ma questo per primo. Ascoltato un brano tratto da questo spettacolo, mi sono incuriosito, ho fatto ricerche, acquistato il CD del cast originale e li è iniziato il sogno di portarlo in scena.
Credi che in epoca di pandemia un musical come questo, piccolo, modulabile e adattabile a varie situazioni, sia una mossa vincente.
Durante questa pandemia ho avuto parecchio tempo per documentarmi e fare ricerche, tra finte ripartenze e concerti rinviati, lo scoramento a volte ha avuto il sopravvento, ma solo a volte! Poi un giorno ho deciso di realizzare questo sogno; certo è che, quando sogno mi piace restare con i piedi per terra. Ho scelto questa storia perché è un kolossal nei contenuti e si può
raccontare con semplicità, anzi forse è meglio. Due interpreti, un tavolo, una sedia, altri pochi elementi, tutti rigorosamente dipinti di bianco, e la colonna sonora giusta. Lo definisco il primo musical che racconta una storia vera in modo fantastico, allestito con l’immaginazione di chi lo guarda, come quando si legge un libro e ci si immagina scene e personaggi raccontati.
È il Musical perfetto 
per questo momento di transizione, proprio perché è come una lampadina led, è piccola, fa la luce giusta e consuma poco!
Come è nata la scelta di produrlo in team e senza cercare produttori esterni?
In realtà, ho cercato grandi produttori che potessero investire su questo progetto, ma…… quindi mi sono rimboccato le maniche e ho bussato al cuore delle persone che sapevo ne possedessero uno e udite, udite, ce ne sono! 
Ti definisci un tenore pop. Come saranno le tue canzoni?
Il mio maestro di canto Francesco Zane mi definì in questo modo e mi piacque, diceva che ho un timbro da tenore drammatico e la leggerezza delle canzoni dei Bee Gees, non potevo ignorare tale complimento. In questo spettacolo interpreto Alvin, un personaggio un po’ freak, le sue canzoni sono un misto tra tenore drammatico e Bee Gees, esplosione, tenerezza e leggerezza, facile no!
Dove pensate di portare lo spettacolo?
Ovunque riusciamo! Cercheremo di evitare le date in concomitanza con NDP per non entrare in concorrenza, ci piacerebbe riempire teatri piccoli, nel classico stile OFF! Abbiamo in mente di offrire anche una HOME edition, se le persone non vengono a teatro andiamo noi da loro! Mi piacerebbe sognare in grande, senza limiti, acclamati dal pubblico, interviste recensioni, TV successo... ma lo lascio restare un sogno!